Cari amici,
vi sarà capitato di avere un indumento al quale siete particolarmente affezionati, che non potete più indossare perché usurato dal tempo o vittima di uno sciagurato incidente domestico.
Cosa si può fare in questi casi per rimetterlo in pista? Se sono i gomiti di un maglione o le ginocchia di un pantalone (specie quelli dei bambini) si può mettere una toppa. Se il danno è piccolo si può riparare con un ricamino come avevo fatto con l’abito di jeans.
Se invece si tratta del dietro di una camicetta “ustionata” dal ferro da stiro, con un ampio buco sulla spalla destra e uno strappo in prossimità della pince in basso a sinistra, come si può rimediare?
Un ricamo non sarebbe sufficiente e poi su un tessuto così leggero qualsiasi ricamo rischia di “tirare”.
E qui ci viene in aiuto l’appliqué: una composizione di pezzetti di stoffa che danno vita a personaggi immaginari coprendo ad arte le parti sgualcite.

Per giustificare la presenza di due soggetti ai lati estremi della camicetta ho pensato ad un uccellino (buco della spalla) con un filo viola nel becco che scivola verso il fondo della camicia formando graziose volute su cui si posano una stella e una farfalla. Sullo strappo in fondo, una bambolina dei pionieri americani, tiene in mano un filo écru che s’incrocia con quello viola.
Un delizioso quadretto creato dall’alleanza tra appliqué e ricamo.

Camicetta riparata con appliquè

Consultando il web ho trovato questo video che spiega molto bene la tecnica dell’appliqué.
L’autrice, che usa la macchina da cucire con disinvoltura, fissa tutti i pezzi con un punto festone a macchina e il risultato è decisamente professionale.

Occorrente
Il materiale che serve è davvero esiguo! Bastano minuscoli pezzetti di stoffa che potete ricavare da ritagli di pantaloni e camicie accorciati, teline dei sacchetti di riso, vecchie tende e centrini (pizzi dell’abito e del cappellino). Carta e matita, forbici, ferro da stiro, ago e filo, pochi grammi di filo da ricamo. Ah dimenticavo … Tempo, pazienza e fantasia!

Esecuzione
Pur prendendo spunto dal video, io non ho usato la carta termoadesiva (fliselina) perché non volevo pregiudicare la morbidezza della camicia. Perciò ho semplicemente ritagliato le sagome nella carta (cliccando qui, potete scaricare il pdf), le ho riportate più grandi sulla stoffa e ho ritagliato, quindi ho fissato con uno spillo la sagoma di carta sul rovescio della stoffa e ne ho ripiegato l’eccesso verso l’interno con l’aiuto del ferro da stiro. A questo punto – e dopo aver chiuso i buchi con la tela salda strappi applicata sul rovescio – ho posizionato i vari pezzetti di stoffa sulla camicetta per comporre il disegno desiderato e li ho bloccati con dei minuscoli punti a mano. Come vedrete, ho fatto due volte l’uccellino perché in un primo tempo avevo usato una stoffa scura e anche la forma era troppo squadrata. Non convinta, l’ho rifatto con una stoffa molto più chiara e migliorandone il profilo. Voi che ne dite?


Con il punto nodino ho fatto l’occhio dell’uccellino e con il punto vapore, il becco. I ghirigori viola ed écru li ho eseguiti con 3 fili di Mouliné a punto erba e con un solo filo ho rifinito tutte le sagome a punto festone – sia i contorni esterni che quelli interni – a mano, perché non sono così abile con la macchina da cucire!

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