In questa stagione, la Natura assume un fascino stupefacente e malinconico. Sembra quasi che con quest’ultima esplosione di colori voglia lasciarci un ricordo indelebile da conservare gelosamente nello scrigno dei nostri pensieri, per esserci di conforto nel lungo Inverno incolore che ci attende.

Ma, se oggi vi và di spendere 5 minuti del vostro tempo, vi farò vedere un Autunno come non lo avete mai visto: l’Autunno secondo Meryweb!


Nell’ultimo mese, ogni mattina, recandomi al lavoro (San Maurizio C.se), ho catturato paesaggi lungo il percorso – dal pullman e a piedi, con la pioggia e con il sole – e ogni volta quello che i miei occhi vedevano, non erano solo campi, alberi, case … erano dimore di creature immaginarie.

In uno scorcio del campo di pannocchie ho intravisto una figura evanescente e lungo il viottolo di campagna è spuntato un fungo dal gambo lunghissimo con una fata, che seduta sul cappello, spargeva nell’aria una polverina scintillante con la sua bacchetta. Accovacciato sul ponticello del torrente, stava un elfo dello stesso colore del fogliame – che quasi non vedevo – le mani giunte, come in preghiera.

Sul ciglio della strada, accanto a un cespuglio di foglie purpuree, un gruppetto di gnomi giocava con uno scoiattolo, e sulla siepe di bacche rosse, un usignolo cantava la sua melodia. Cammin facendo, ho scorto una bella casa con recinto, il cane mi è venuto incontro abbaiando, ma forse ce l’aveva con l’elfo pellegrino che spazzava energicamente le foglie dal prato!

Svoltato l’angolo mi si è aperto davanti un campo solitario di terra bruna e all’improvviso, ho udito uno scalpitìo di zoccoli: era uno splendido cavallo selvaggio che l’attraversò fulmineo e scomparve in una nuvola di polvere. Appeso al ramo di un albero, poco più in là, un elfo a testa in giù stava facendo incetta di ghiande! E poi c’era quella casa misteriosa in fondo al viale, con le imposte chiuse – pareva abbandonata – e invece no! Anche li c’era un elfo che, con il suo mandolino, suonava un nostalgico ritornello alla sua amata, condannata da un perfido destino ad attendere il crepuscolo per poter uscire.

Presa a fotografare quà e là, stavo calpestando una creaturina indifesa in mezzo alle foglie! Eh click, l’ho catturata con uno scatto, prima che potesse dileguarsi nella fitta vegetazione. C’è stata poi, una rara mattina di sereno, in cui le nuvole diradate hanno rivelato ai miei occhi attoniti, le Alpi imbiancate dalla prima neve di stagione. Rapita da tanta bellezza, mi sono soffermata a contemplarle fino a quando, una nebbia cinerea, lentamente ne ha offuscato la vista: da dove arrivava in una così splendida giornata? Doveva essere l’effetto del sortilegio che si levava da quell’orrido maniero, sorvolato da neri pipistrelli…


Sulla via del ritorno, ho incrociato una vettura d’altri tempi, con i suoi ottoni luccicanti che per poco non m’investiva! Per forza, era senza autista!!!
Ho alzato gli occhi al cielo con un sospiro di sollievo per lo scampato pericolo e in quel mentre una Freccia tricolore, mi è passata sulla testa con un rombo assordante, in rotta di collisione con un …  cavallo alato?!
Tranquilli, amici, era il G91 della rotonda di Caselle che ha levato il suo ultimo volo, unicamente per soddisfare la mia fantasia.

Come ho fatto? Ho elaborato le foto con Photoshop – con la tecnica dei “Folletti delle rose” – aggiungendo/fondendo i personaggi trovati su “I confini dell’anima” un bellissimo sito scoperto da poco, che raccoglie immagini gif, png e jpg da tutto il web. Alcuni effetti particolari li ho ottenuti con il Photo Editor, Befunky.

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